Gay & Bisex
La scommessa persa
di DaddyXboy_LT
02.07.2023 |
10.242 |
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"Io mi tolsi la maglia, mi slacciai i pantaloncini ed iniziai a menarmi il cazzo mentre ripresi a pompare quello di Federico..."
Avevo perso la scommessa. Il conto del ristorante era stato molto più alto di quanto avevo previsto. Federico aveva vinto ed io dovevo pagare pegno.
Ci conoscevamo da tempo ed eravamo dei grandi amici di letto.
Lui un bel 50enne. Fisico asciutto e sodo. Ex calciatore. Occhi azzurri e una voce roca che mi aveva sempre fatto arrapare. Era uno a cui piaceva molto giocare a letto e non si era mai fatto problemi sui ruoli. Si definiva attivo ma con me si era tranquillamente piegato a provare altro. Aveva sempre perso le scommesse e aveva sempre e regolarmente pagato pegno come quella volta in cui dovette sbocchinarmi in un’area di sosta facendo assistere un camionista dall'alto della sua cabina.
Adesso toccava a me pagare pegno. Non avevo idea di cosa avesse in mente ma lo avrei fatto perché era giusto così e soprattutto perché giocare con lui mi divertiva moltissimo.
Era estate ed eravamo in un piccolo centro dei colli romani.
- Sei pronto?
- Certo – dissi, senza nessun indugio
- Ok. Ricordati che non puoi tirarti indietro. Sono io che comando adesso e tu dovrai fare quello che ti chiedo.
- Va bene, non mi fai paura – dissi, sorridendo.
Non ne avevo davvero.
Salimmo in macchina e subito lui mi prese la mano e se la infilò, dentro gli slip. Poi mise in moto ed inizio a guidare. Io slacciai la patta dei pantaloncini ed iniziai a segarlo. Lui era tranquillo ed aveva stampato sul volto un sorrisetto che mi intrigava molto. Gli piaceva farsi segare ed era uno che si bagnava tantissimo. La mia mano scivolava su quel cazzo in tiro che era diventato un pezzo di marmo. Con i polpastrelli indugiavo sulla cappella gonfia e bagnata, per poi scendere lungo l'asta, stringendo bene quel pezzo di carne e arrivando fino alle palle. Gonfie e piene.
Non avevo fatto caso alla strada ma dopo qualche kilometro mi accorsi che eravamo arrivati nei pressi di un parcheggio che fiancheggiava un boschetto. C'era anche un distributore ormai chiuso e alcune macchine parcheggiate. Quella era zona sua e pensavo fosse il solito posto dove di solito si va a scopare. Parcheggiò e spense il motore. Abbassò il finestrino dalla sua parte. Si abbassò i pantaloncini ed io capii che voleva farselo succhiare. Mi chinai sul suo cazzo ed iniziai a pomparlo.
Lui mi accarezzava la testa e sussurrava parole che non capivo.
- Ti piace? - disse
- Molto – gli risposi
- Non ce l'avevo con te ma con lui
Alzai la testa e vidi al finestrino un ragazzo che fumava una sigaretta e nel frattempo si stava mendando il cazzo alla vista del mio pompino.
- Stasera il mio amico deve pagare pegno – disse Federico allo sconosciuto – e ancora non sa cosa l'aspetta.
- Fagli provare anche il mio cazzo – disse lo sconosciuto
- No ancora no. Siamo ancora in pochi – rispose Federico
- Mi alzai e lo guardai! Avevo sentito bene quello che aveva detto ma volevo esserne certo. Lui con la faccia da stronzetto mi guardò e mi sussurrò all'orecchio:
- Stasera proverai il primo bukkake della tua vita e sarò io a comandare tutto. Io sceglierò per te chi far avvicinare e chi no, ci sarò io a proteggerti e farti godere. E adesso abbassati e continua a succhiarmi il cazzo
Si stava vendicando era chiaro. Gli piaceva vedermi così sottomesso e passivo ai suoi ordini. Ed io per una sera glielo concessi... molto volentieri. Iniziai a lavorargli il cazzo a colpi di lingua e di bocca e lui godeva come un matto. Lo sconosciuto si segava e gli chiedeva di unirsi. Voleva provare anche lui la mia bocca. Ma non era ancora il momento.
- Adesso vieni con me e tu seguici, ma se lo tocchi senza il mio permesso mi incazzo – disse allo sconosciuto
Scendemmo dalla macchina e ci mettemmo al riparo dietro un grosso albero nel boschetto del parcheggio. Io mi tolsi la maglia, mi slacciai i pantaloncini ed iniziai a menarmi il cazzo mentre ripresi a pompare quello di Federico. Dopo poco lo sconosciuto ad un suo cenno si avvicinò e me lo infilo in bocca. Iniziò a scoparmela a fondo. I due si alternavano nella mia bocca. Sentii alle mie spalle un rumore metallico. Una cintura che veniva slacciata. Era arrivato un terzo. Mi appoggiò il cazzo enorme da dietro sulla spalla. Federico prese la mia testa e me la giro verso quel cazzo e mi spinse in avanti. Lo ingoiai tutto. A fatica viste le dimensioni. E poi di nuovo a turno, tornarono a scoparmi la bocca sempre più infoiati. In poco tempo arrivarono altre due persone. Un lui di una coppia si avvicinò mentre la moglie guardava da lontano la scena e si masturbava. Io ero alle prese con quattro cazzi. Ciucciavo il cazzo del maritino e mi guardavo la moglie che accucciata per terra a cosce larghe si sditalinava e sbrodolava come un’ossessa. Federico era al settimo cielo. Godeva di essere al centro di quella situazione e di scegliere per me. Se qualcuno si avvicinava e a lui non piaceva, lo mandava via a brutto muso. Io ero un misto di sudore e saliva. I cazzi si alternavano nella mia bocca e ne uscivano lucidi e grondanti della mia saliva. Io, nel frattempo, mi segavo e godevo da morire. Non me lo sarei mai aspettato ma godevo davvero alla grande. Alla fine, avevo intorno a me sei maschi ansimanti e a cazzo duro che godevano della mia bocca e della vista di quella donna che accovacciata in mezzo all'erba squirtava succo dalla fica alla vista di quella scena.
- Guai a chi gli sborra in bocca – disse Federico al gruppo – Se lo fa anche uno solo di voi, se la dovrà vedere con me
- Addosso gliela possiamo schizzare? - disse il marito
- Quanta ne volete!
- Adesso lo allaghiamo il tuo amichetto.!!
Io fermai tutti. Mi tolsi completamente i pantaloncini e gli slip e li misi accanto a Federico. Ero nudo dietro a quell'albero pronto a godere del mio primo bukkake.
Il primo schizzo fu quello del marito. Me lo puntò dritto nel petto e io lo sentii colare fino al ventre. Mi smanettavo forte e mi piaceva quella sensazione. Arrivarono poi gli altri getti. Sulle spalle, sulla schiena e ancora sul petto. Avevano schizzato tutti, tranne Federico. Lui fu l'ultimo. Mi preso forte la testa tra le mani, come facevo io con lui, ed iniziò a fottermi la bocca come un ossesso. Si ritrasse e mi sparò sul collo un getto di sborra che colando si unì immediatamente alla mia, tra sospiri e gemiti di piacere.
- Sei un grande! - mi disse la donna – sei meglio di una zoccola quando succhi
- No. Lui non è una zoccola. E' solo uno che sa pagare bene pegno quando perde – disse Federico.
Mi guardò ed iniziammo a ridere come scemi.
Complici e sicuri che insieme ci saremmo divertiti ancora molto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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